– Vedi: ruolo dell’articolazione del ginocchio nella locomozione e asse meccanico
– Discussione:
– le ossa che formano l’articolazione del ginocchio sono femore, tibia, & rotula;
– entrambi i femori destro e sinistro convergono verso il ginocchio e ogni tibia è quasi verticale, femore e tibia incontrano un angolo di circa 5-12 gradi;
– un angolo maggiore risulta in un genu valgum;
– un angolo minore risulta in un genu varum;
– funzione femoro-rotulea:
– ginocchio da 0-20 gradi: comporta la rotazione interna della tibia, che decr angolo Q & vettore muscolare quadricipite diretto lateralmente;
– la rotula è disegnata nella tacca trocleare del femore, & il contatto femoro-rotuleo avviene da 0 a 20 gradi di flessione del ginocchio;
– il contatto iniziale avviene sulla faccetta laterale della rotula;
– un’ulteriore flessione del ginocchio sposta la rotula anteriormente rispetto al centro di rotazione del ginocchio, il che migliora il
vantaggio meccanico del meccanismo del quadricipite;
– la rotula continua a muoversi lateralmente a 90 gradi di flessione del ginocchio, e il bordo laterale della rotula fornisce il sito di carico primario;
– condili:
– il femore termina in due condili arrotondati uniti anteriormente alla superficie articolare della rotula e separati posteriormente da una profonda fossa
intercondilare;
– i condili sono quasi in linea con la parte anteriore dell’albero, ma sporgono all’indietro ben oltre l’albero, come nella lettera J, circostanza di
importanza nel movimento dell’articolazione;
– il condilo mediale è più grande, più curvo, &sporge di più del condilo laterale, e ciò spiega l’angolo tra femore & tibia;
– i lati dei condili sono ruvidi e sporgono un po’ come epicondili mediali e laterali;
– più grande è il rigonfiamento posteriore del condilo femorale, più grande può essere il ROM in flessione mentre la tibia scivola intorno alla convessità;
– questo permette la flessione completa senza contatto tra i margini posteriori dell’articolazione della tibia e del femore;
– le spesse superfici cartilaginee del ginocchio aiutano a distribuire il carico reattivo dell’articolazione su una vasta area e contribuiscono alla forma a camma
dei condili che massimizza il braccio di leva dell’estensore;
– nell’artrite degenerativa la qualità della cartilagine articolare si perde;
– con l’usura, l’articolazione femoro-rotulea si riduce a un profilo cilindrico;
– il profilo meccanico si perde, ma l’usura nell’area di contatto osso-osso è ridotta;
– piatto tibiale:
– sulla sua estremità superiore espansa, la tibia ha 2 condili leggermente concavi separati da un’eminenza intercondilare e dalle aree inclinate
di fronte e dietro di essa;
– a bassa elevazione, la tuberosità tibiale, per l’inserzione del quadricipite, è situata alla giunzione del bordo anteriore dell’asta con l’estremità superiore espansa
della tibia;
– rotolamento all’indietro e scorrimento dell’articolazione del ginocchio: (ruolo dell’articolazione del ginocchio nella locomozione)
– contorno dei condili & tibiali femorali, flessione &estensione dell’articolazione del ginocchio non sono semplici movimenti di cerniera che si verificano all’articolazione del gomito;
– flessione & estensione non si verificano intorno ad un asse fisso trasversale di rotazione, ma piuttosto intorno ad un centro di rotazione in costante cambiamento,
cioè, rotazione policentrica;
– se tracciato, il percorso di questo centro di rotazione mutevole descrive una curva a forma di J intorno ai condili femorali;
– per esempio, in piena flessione, le porzioni posteriori dei condili femorali sono in contatto con le porzioni posteriori dei condili tibiali;
– il ginocchio è esteso, i condili femorali rotolano sui condili tibiali & menischi, movimento simile a quello di una sedia a dondolo.
– c’è anche uno scivolamento del femore all’indietro.
– mentre l’estensione progredisce, il condilo lat. più corto e più curvo esaurisce la sua superficie articolare & è controllato dall’ACL,
mentre il condilo mediale più grande & meno curvo continua il suo rotolamento in avanti & scivola all’indietro, assistito dalla stretta del PCL;
– il risultato è una rotazione mediale del femore che stringe i legamenti collaterali, e l’articolazione è “avvitata a casa”;
– la flessione del ginocchio esteso è preceduta dalla rotazione laterale del femore (o rotazione mediale della tibia), di solito prodotta dal muscolo popliteo;
– questa rotazione rilassa la tensione dei legamenti collaterali abbastanza da permettere la flessione;
– il rapporto esatto tra rotolamento e scivolamento differisce tra gli individui e non rimane costante per tutti i gradi di flessione;
– si stima che sia da uno a due all’inizio della flessione & per aumentare a uno a quattro alla fine della flessione;
– durante la normale andatura, la tibia subisce una rotazione interna durante la fase di oscillazione e una rotazione esterna durante la fase di stance;
– poiché il condilo femorale mediale è più grande del condilo femorale laterale, la distanza dal punto di contatto estremo di flessione al punto di contatto estremo
di estensione del condilo femorale mediale è di circa 17 mm >quella del condilo femorale laterale;
– quando la tibia passa dalla flessione all’estensione il platafilo tibiale mediale deve coprire una distanza maggiore;
– rif: Il femore si arrotola con la flessione? – Rotazione del ginocchio:
– con il progredire dell’estensione, il condilo laterale più corto e più curvo esaurisce la sua superficie articolare e viene controllato dall’ACL, mentre
il condilo mediale più grande e meno curvo continua il suo rotolamento in avanti &scivola all’indietro, assistito dalla tensione del PCL;
– il risultato è una rotazione mediale del femore (rotazione tibiale esterna) che stringe i legamenti collaterali, &l’articolazione è “avvitata a casa”, per usare
la fraseologia meccanica;
– la flessione del ginocchio esteso è preceduta dalla rotazione laterale del femore (o rotazione mediale della tibia), di solito prodotta dal popliteo;
– questa rotazione rilassa la tensione dei legamenti collaterali sufficientemente da permettere la flessione
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