Il 2 gennaio 1974, il presidente Richard M. Nixon firma l’Emergency Highway Energy Conservation Act, stabilendo un nuovo limite di velocità massimo nazionale.
Prima del 1974, i singoli stati fissavano i limiti di velocità all’interno dei loro confini e i limiti di velocità autostradali in tutto il paese variavano da 40 mph a 80 mph. Gli Stati Uniti e altre nazioni industrializzate hanno goduto di un facile accesso al petrolio mediorientale a basso costo dal 1950 al 1972, ma il conflitto arabo-israeliano ha cambiato drammaticamente la situazione nel 1973. I membri arabi dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) protestarono contro il sostegno dell’Occidente a Israele nella guerra dello Yom Kippur fermando le spedizioni di petrolio verso gli Stati Uniti, il Giappone e l’Europa occidentale. L’OPEC ha anche mostrato la sua nuova forza economica quadruplicando i prezzi del petrolio, mettendo una morsa ai consumatori e alle industrie americane affamate di petrolio. L’embargo ebbe un impatto globale, mandando in recessione l’economia statunitense ed europea. Come parte della sua risposta all’embargo, il presidente Nixon firmò una legge federale che abbassava tutti i limiti di velocità sulle autostrade nazionali a 55 mph. L’atto aveva lo scopo di costringere gli americani a guidare a velocità ritenute più efficienti dal punto di vista del carburante, frenando così l’appetito degli Stati Uniti per il petrolio straniero. Con esso, Nixon inaugurò una politica di conservazione e razionamento del carburante che non si vedeva dalla seconda guerra mondiale.
L’atto proibì anche al Dipartimento dei Trasporti di approvare o finanziare qualsiasi progetto negli stati che non fossero conformi al nuovo limite di velocità. La maggior parte degli stati regolò tranquillamente i loro limiti di velocità, anche se gli stati occidentali, sede delle più lunghe, dritte e monotone autostrade rurali del paese, si adeguarono solo a malincuore. Anche dopo che l’OPEC tolse l’embargo nel marzo 1974, gli automobilisti continuarono ad affrontare gli alti prezzi della benzina e cercarono di risparmiare carburante comprando le rivoluzionarie auto economiche giapponesi. Per molti, il desiderio di automobili efficienti dal punto di vista dei consumi divenne lo standard fino a quando la tendenza verso i veicoli sportivi-utilitari (SUV) che consumano benzina emerse negli anni ’90. Nel 1987, il Congresso ha autorizzato gli stati a reimpostare i limiti di velocità all’interno dei loro confini, ma i sostenitori della legge sul limite di velocità massimo nazionale hanno affermato che ha abbassato gli incidenti automobilistici, spingendo il Congresso a mantenerla sui libri fino alla sua abrogazione il 28 novembre 1995.
Oggi i limiti di velocità nel paese variano tra 35 e 40 mph nelle aree urbane congestionate e 75 mph su lunghi tratti di autostrada rurale. Gli automobilisti statunitensi ora guidano quasi alla stessa velocità delle loro controparti europee, che hanno una media di 75 e 80 mph sull’autostrada. Su alcune strade in Italia, è legale guidare fino a 95 mph.
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