La Valpolicella è il distretto vinicolo rosso più famoso della regione vinicola Veneto dell’Italia nord-orientale. Non è difficile capire perché, dato il fascino facile da bere del Valpolicella rosso normale, unito al prestigio della sua controparte potente e dal sapore intenso, l’Amarone della Valpolicella. La valle produce anche vini bianchi – sia secchi che dolci – sotto i vari titoli di Soave.

Le varietà di uva usate per fare il Valpolicella sono Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara. La Corvina è generalmente considerata la migliore delle tre, ed è certamente la più tradizionale. La Rondinella si è dimostrata popolare negli anni ’60 e ’70 a causa delle sue rese generose, mentre la Molinara, pallida, troppo acida e soggetta all’ossidazione, è diminuita drammaticamente dalla sua prima ondata. La Corvina rimane l’uva scelta per la Valpolicella di qualità superiore, e in particolare per l’Amarone della Valpolicella, il Recioto della Valpolicella e il Valpolicella Ripasso. Sui pendii più caldi e ben drenati, la Corvina produce vini con più corpo di quanto ci si aspetti tradizionalmente dalla Valpolicella, il che spiega l’enorme differenza di qualità tra il normale Valpolicella della pianura e l’Amarone delle colline della tradizionale zona del Valpolicella Classico.

Vigneti della Valpolicella, Veneto
© Ilares Riolfi

Il Corvinone è stato identificato come vitigno distinto solo nel 1993, essendo stato precedentemente considerato una mutazione della Corvina, di cui non è in realtà un parente stretto. Nel 2010 le leggi per la Valpolicella sono state aggiornate in modo che la Corvina costituisca dal 45 al 95% dei vari vini della Valpolicella, mentre si permette che il Corvinone possa sostituire la Corvina fino a un massimo del 50% della miscela.

L’area di produzione della Valpolicella è esplosa alla fine degli anni ’60 quando le è stato concesso lo status di DOC, dando luogo a una drammatica altalena di qualità e quantità che è durata per circa 40 anni. I prezzi dei vini della Valpolicella raggiunsero il loro nadir negli anni ’70 e ’80, quando il basso prezzo pagato per chilo d’uva portò i produttori più focalizzati sulla qualità, in particolare nelle zone più fini del Classico e della Valpantena, ad abbandonare completamente le loro vigne. Questo aumentò la percentuale di Valpolicella che proveniva dai siti più poveri, e la spirale verso il basso continuò, solo per essere fermata da un improvviso picco di interesse per l’Amarone della Valpolicella durante gli anni ’90.

L’area viticola della Valpolicella si estende per una parte considerevole del Veneto occidentale, estendendosi a nord nelle colline sopra Verona per circa dieci miglia, e da est a ovest per più del doppio della distanza, collegando Soave con Bardolino. Il miglior terroir si trova nel nord della zona classica, intorno ai villaggi di Fumane, Marano e Negrar. La frazione di Gargagnago è anche sede di alcuni dei migliori vitigni della regione, anche se è meglio conosciuta come la casa spirituale della Garganega, l’uva bianca dietro i vini bianchi di Soave e Gambellara. Le colline qui si innalzano per più di 600 metri nell’aria fresca subalpina, creando un mosaico di aspetti che si affacciano in ogni direzione e che sfruttano al meglio il sole dell’Italia settentrionale.

Il vino Valpolicella di tutti i giorni è un rosso fruttato brillante e piccante con aromi di mirtilli e banana, e la caratteristica nota di “amarena” che si trova in molti rossi del nord Italia. È tanto piacevole a temperatura ambiente quanto leggermente fresco, il che lo rende ideale come rosso rinfrescante per i caldi pomeriggi estivi.

Poiché i vini standard della Valpolicella tendono tradizionalmente verso l’estremità più leggera dello spettro, i viticoltori locali hanno impiegato varie tecniche per ottenere maggiore profondità e complessità nelle loro cuvée. Il Valpolicella standard è molto diverso dai vini Ripasso, Amarone (“grande amaro”) e Recioto (“piccolo orecchio”) del distretto.

I metodi passito e ripasso hanno avuto un tale successo che entrambe le tecniche ora hanno denominazioni DOC o DOCG dedicate. Per un vino passito – Amarone o Recioto della Valpolicella DOCG – le uve vengono appassite per settimane o addirittura mesi prima della fermentazione, durante la quale gli zuccheri e i sapori naturali diventano sufficientemente concentrati per produrre vini più profondi e alcolici. Il metodo Valpolicella Ripasso – premiato con lo status di DOC nel 2007 – consiste nel “ri-passare” (ri-fermentare) le uve passite con vino Valpolicella standard, creando un risultato più profondo e ricco di carattere.

In fondo il Valpolicella potrebbe facilmente essere visto come la risposta italiana al Beaujolais. Il paragone si estende oltre il semplice stile, tuttavia; negli ultimi decenni la Valpolicella ha sofferto della stessa discutibile reputazione del Beaujolais, il risultato di rese sempre crescenti e qualità inconsistente.

Ultimo aggiornamento 02-Nov-2017

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