È un concetto fin troppo familiare nel 21° secolo – le immagini patinate dei media di belle donne snelle che generano sia invidia che aspirazione nella donna della strada, a volte con conseguenze piuttosto gravi per la salute delle giovani femmine impressionabili. Tuttavia, la preoccupazione per la bellezza del corpo può essere altrettanto dannosa per gli uomini quanto lo è talvolta per le donne. In una condizione soprannominata bigorexia, l’ideale tipicamente maschile di un corpo muscoloso e tonico diventa una pericolosa ossessione.

Siccome chi soffre di anoressia è di solito femmina, la bigorexia è a volte pensata come l’equivalente maschile della condizione

La parola bigorexia è una presa colloquiale del termine dismorfia muscolare, che descrive un disturbo mentale in cui una persona diventa ossessionata dall’idea di non essere sufficientemente muscolosa. Chi soffre di bigorexia di solito ha molti più muscoli della media, ma si percepisce erroneamente come magro o troppo piccolo. Adottano una dieta rigorosa e sarebbero terrorizzati alla prospettiva di perdere una sessione in palestra, a volte anche continuando il loro regime di esercizi quando sono feriti. La bigoressia è in gran parte limitata agli uomini e spesso associata ai culturisti. A volte è descritta come l’inverso dell’anoressia, una condizione in cui qualcuno smette di mangiare a causa dell’idea delirante di essere in sovrappeso. Poiché chi soffre di anoressia è solitamente di sesso femminile, la bigoressia è talvolta considerata l’equivalente maschile di questa condizione.

La ricerca suggerisce che la bigoressia è stata in aumento negli ultimi trent’anni, con il numero stimato di uomini colpiti ora triplicato rispetto agli anni ’70 e ’80. Analogamente alla situazione con i modelli di ruolo femminili, l’aumento dei casi è spesso attribuito all’influenza dei media popolari e alle immagini di eroi d’azione iper-sviluppati e muscolosi su film e TV.

Interno – bigorexia

La parola bigorexia è in circolazione dalla fine degli anni ’90, emergendo quando la condizione di dismorfia muscolare è stata formalmente riconosciuta dalla professione medica nel 1997. Un altro equivalente informale è l’espressione complesso di Adone, dall’uso di Adone come termine per un giovane estremamente bello, che si basa sul bellissimo giovane con lo stesso nome nella mitologia greca.

La bigoressia naturalmente si ispira al termine anoressia, rispecchiando il suo modello di derivazione con bigoressico (c.f. anoressico), che può essere usato sia come sostantivo numerabile che come aggettivo per descrivere chi soffre di questo disturbo. La forma combinatoria -orexia è basata sulla parola greca orexis che significa “appetito”. In senso stretto, quindi, si potrebbe sostenere che il suo uso in bigorexia è inappropriato perché la parola significa letteralmente ‘grande appetito’. Nella cultura popolare, tuttavia, l’uso produttivo del suffisso -orexia ha portato alla sua interpretazione indipendente come una descrizione di ‘un disturbo mentale’, quindi bigorexia è il disturbo mentale di voler essere ‘grande’ (= ben sviluppato). Altri esempi simili dell’uso creativo del suffisso negli ultimi anni includono l’ortoressia (un’ossessione di mangiare cibi sani), la drunkorexia (limitare l’assunzione di cibo in modo che l’alcol possa essere consumato senza aumentare di peso), la tanorexia (un’ossessione di ottenere e mantenere la pelle abbronzata) e la bleachorexia (un’ossessione per l’igiene dentale e avere denti sbiancati).

di Kerry Maxwell, autore di Brave New Words

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