È facile colpire le banche in questi giorni, con il casino dei mutui… e il casino delle carte di credito… e il casino dei salvataggi, e il casino dei bonus scandalosi e il casino del “no-loans-for-you”.

Se le banche fossero un concorrente di “American Idol”, sarebbero William Hung. O il tizio dei calzettoni. O Sanjaya.

Ma quanto bene conosci davvero la tua banca?

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Certo, potresti avere un cassiere o una persona preferita o un tubo pneumatico del drive-thru. Ma conosci i sacrifici che sono stati fatti dai seriosi banchieri di un tempo che hanno messo la tua filiale in quel particolare centro commerciale tra l’abbronzatura spray / toelettatore per cani e il discutibile ristorante di sushi?

Lo sapevi, per esempio, che Bank of America ha iniziato come Banca d’Italia?

“Sono stato a lungo affascinato dal nome Fifth Third, che suona come la domanda di credito extra in un quiz di matematica di quinta elementare.”

E’ vero, BofA era originariamente BofI, fondata come Banca d’Italia a San Francisco nel 1904 da Amadeo Giannini per servire gli immigrati che non erano benvenuti nelle altre banche (a meno che non avessero un buon cioppino): Quando il terremoto del 1906 colpì la Bay Area, Giannini fu in grado di raccogliere i suoi depositi, fuggire dal conseguente inferno e mettere insieme un’attività creditizia di fortuna mentre i suoi concorrenti vedevano i loro beni trasformarsi in cenere.

Giannini fondò la prima BofA – in Italia! In realtà, si chiamava Bank of America and Italy, e durò solo pochi anni. Giannini alla fine acquisì e si fuse con altre banche per formare Bank of America nel 1930.

Immigrati e conti

Anche il gigante bancario Wachovia ha le sue radici in una storia di immigrati, ma la loro coinvolge un conte europeo. So cosa state pensando – e chi può biasimarvi per aver associato liberamente i “giganti bancari” a visioni di vampiri assetati di sangue? Ma no, non quel conte.

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Nel 1753, dei coloni moravi comprarono 100.000 acri del Piemonte della Carolina del Nord e lo chiamarono Wachau (wah-KOH, tradotto approssimativamente: ruscello nel prato) in onore del loro benefattore, il conte Nicholas Ludwig von Zinzendorf, presumibilmente un non-muratore.

Oggi conosciamo quell’insediamento moravo come Winston-Salem. Dove diavolo è la Moravia? Ora fa parte della Repubblica Ceca, una filiale interamente controllata da Wachovia. Sto solo scherzando. Credo.

Ad ovest, la Zions Bank fu fondata da un pioniere visionario del Vermont di nome Brigham Young, una figura simile a Mosè che guidò un gruppo di mormoni attraverso il deserto per stabilirsi in quella che oggi è Salt Lake City. Nel 1873, la Zions Bank divenne la prima società di risparmio e fiducia dello Utah.

Scusatemi, ma devo rispondere a questa chiamata.

(Kimmel?! Sto lavorando qui, amico. Sì, so che Brigham Young aveva 55 mogli. Sì, con tutte quelle mogli, cos’altro poteva fondare, un banco di gastronomia? No, senti, non li colpirò con quello. Sì, sei libero di usarlo. Si’, anche tu. Tagliati i capelli.)

OK. Allora. Le banche hanno storie ricche e talvolta colorate. Per esempio, la Fifth Third Bank.

Zen banking

Sono stato a lungo affascinato dal nome Fifth Third, che suona come la domanda extra-credit in un quiz di matematica di quinta elementare. Sanjaya invita Carrie Underwood e Adam Lambert per una torta, Sanjaya taglia la torta in terzi – fine della torta, giusto? Volete un quarto o un quinto terzo, ecco le chiavi della Ford Focus, il negozio di torte è in quella direzione.

In seguito ad un’ulteriore riflessione (guidando da e verso il negozio di torte, in realtà), sono arrivato a vedere il nome Fifth Third come un koan Zen, un enigma metafisico sulla falsariga di, “Qual è il suono di una mano che applaude? Voglio dire, perché un quinto terzo? E un terzo di cosa? Il mio trust? Il mio portafoglio? La mia pazienza?

Ecco il 411. Quella che iniziò come Bank of the Ohio Valley nel 1858 fu venduta alla Third National Bank nel 1871, che poi si fuse con la Fifth National Bank nel 1908. Secondo la tradizione aziendale, il nome Fifth Third fu scelto al posto di Third Fifth per rispetto al crescente movimento di temperanza dell’epoca. Nessuno vuole vedere un banchiere alla terza quinta, credetemi.

Fifth Third da allora ha abbracciato il suo status maggiore di zero con speciali riconoscimenti per i dipendenti e promozioni per i clienti il 3 maggio e il suo URL zen: www.53.com.

Non so voi, ma imparare un po’ di più sulla storia delle banche mi ha aiutato a dare loro un po’ di respiro. Piuttosto che vederle come una qualche minacciosa forza disincarnata come il gigantesco testone nella serie TV ricostituita “V”, ora le vedo più come un fratellino monello.

Uno che è un direttore di filiale alla Sanjaya Trust & Savings.

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