Il pericolo giallo era una metafora di colore per la razza che ha avuto origine alla fine del XIX secolo con gli immigrati cinesi come schiavi coolie o lavoratori negli Stati Uniti. È stato poi associato ai giapponesi durante la metà del XX secolo, a causa dell’espansione militare giapponese, e alla fine esteso a tutti gli asiatici di origine orientale e sudorientale. Il termine si riferisce al colore della pelle degli asiatici orientali, alla paura che l’immigrazione di massa degli asiatici minacciasse i salari e gli standard di vita dei bianchi, e alla paura che alla fine avrebbero preso il sopravvento e distrutto la civiltà occidentale, sostituendola con i loro modi di vita e valori.
Il pericolo giallo divenne per la prima volta una questione importante negli Stati Uniti, in California, nel 1870, quando gli operai bianchi, timorosi di perdere il lavoro in mezzo al declino economico, discriminarono le “sporche orde gialle” provenienti dall’Asia, portando al Chinese Exclusion Act del 1882 che non solo proibì l’immigrazione dalla Cina, ma vietò ai residenti legali di diventare cittadini. Secondo il famoso oratore dell’epoca, Horace Greeley, “I cinesi sono incivili, impuri e sporchi al di là di ogni concezione, senza alcuna delle più alte relazioni domestiche o sociali; lussuriosi e sensuali nelle loro disposizioni; ogni femmina è una prostituta dell’ordine più basso”. Questa idea di una “minaccia asiatica” fu poi applicata ai giapponesi, in particolare dopo la vittoria del Giappone su una potenza occidentale, la Russia, nella guerra russo-giapponese del 1904-5, dopo aver affrontato più di mezzo secolo di imperialismo occidentale. Secondo lo storico John Dower, “la visione della minaccia dall’Est fu sempre più razziale che nazionale. Non derivava dalla preoccupazione per un paese o un popolo in particolare, ma da un senso vago e minaccioso dell’orda gialla vasta, senza volto e senza nome: la marea crescente, in effetti, del colore”. Questo sentimento di sventura imminente dall’Est portò all’Immigration Restriction Act del 1917 e al National Origins Act del 1924, due atti che impedirono a quasi tutti gli immigrati asiatici di entrare legalmente negli Stati Uniti e proibirono agli immigrati già presenti negli Stati Uniti di ottenere la cittadinanza.