Conflitto con il Papato

La preoccupazione di Federico per la Germania meridionale e la Borgogna, tuttavia, lo coinvolse nella vicina Italia. È stato severamente censurato da molti storici per le sue azioni in quest’area. Ma è difficile vedere come avrebbe potuto evitare di interessarsi a questa parte dell’impero, dove dai tempi dell’imperatore Enrico V (regnato 1106-1125) i governanti tedeschi avevano giocato poco ruolo e avevano permesso sia alle città del nord Italia che al papato di svilupparsi relativamente indisturbati. Ora tutto questo cambiò.

Papa Adriano IV, in contrasto con il suo potente vassallo e protettore il re normanno di Sicilia, Guglielmo I, chiese assistenza a Federico per liberarsi di Arnoldo di Brescia, un riformatore religioso che aveva preso il controllo della città di Roma. Nel 1154-1155 Federico rispose a questa richiesta avanzando su Roma e catturando e giustiziando Arnold. In cambio fu incoronato imperatore dal Papa. Federico, tuttavia, era ovviamente riluttante ad accettare l’apparente subordinazione che questa cerimonia comportava.

Nel 1157 il Papa e l’Imperatore erano definitivamente in contrasto, poiché, quando Federico tenne una dieta a Besançon in Borgogna, interpretò una lettera papale come un insulto alla sua indipendenza. Da questo momento cominciò a riferirsi al suo impero come a un impero sacro alla pari con la Chiesa. Quando tornò in Italia con un enorme esercito nel 1158, era pronto a sfidare l’autorità papale. Lo fece in una dieta che tenne a Roncaglia, dove rivendicò, come imperatore romano, la completa autorità sulle città dell’Italia settentrionale, compreso il diritto di nominare i podestà, o governatori imperiali, e di imporre loro pesanti tasse. Egli basava tali rivendicazioni sui diritti dati agli imperatori dal diritto romano, che era stato appena riscoperto e veniva studiato a Bologna e altrove nell’Italia settentrionale. Quando Milano, la più potente città del nord Italia, resistette alle sue pretese e si ribellò, egli la catturò dopo un lungo assedio e la rase al suolo. Nel 1161 aveva schiacciato tutta la resistenza nell’Italia settentrionale e sembrava sulla buona strada per organizzare questa ricca area come un dominio imperiale sotto il suo diretto dominio.

Il successo di Federico, tuttavia, disturbò il papato, che ora era nelle mani di un nuovo papa, Alessandro III. Mise in allarme anche i re normanni di Sicilia a sud e gli abitanti delle città del nord Italia che nel 1168, con la benedizione papale, avevano organizzato la Lega Lombarda per opporsi all’autorità di Federico. Di fronte a questa crescente opposizione, Federico tentò di contrastare l’ostilità papale istituendo un antipapa e costringendo così Alessandro per un certo periodo a fuggire in Francia (1162-1165). Progettò anche un attacco al regno di Sicilia. A lungo andare, però, i suoi nemici si dimostrarono troppo numerosi per poterli sottomettere. La Lega Lombarda crebbe in potenza, e Milano fu ricostruita mentre Federico era inevitabilmente assente in Germania.

Finalmente, nel 1174 Federico tornò di nuovo in Italia con un esercito relativamente piccolo, dato che poteva raccogliere solo un minimo sostegno per i suoi piani italiani tra i suoi nobili tedeschi. Con questa forza tentò diversi assedi di città senza successo e poi nel 1176 fu duramente sconfitto da una forza milanese nella battaglia di Legnano. Riconoscendo che questa sconfitta aveva condannato le sue prospettive italiane, Federico fece pace con Papa Alessandro III e rinunciò al suo antipapa. Alessandro in cambio disertò i suoi alleati lombardi e permise a Federico il pieno controllo sulla Chiesa in Germania. Nel 1183 Federico scese a patti anche con la Lega Lombarda firmando la Pace di Costanza, con la quale si garantiva a questi centri l’autogoverno e il diritto di controllare le proprie tasse e l’amministrazione giudiziaria. L’avventura longobarda di Federico si era conclusa con un fallimento.

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