Orrore e caos sono stati il soggetto di molte canzoni popolari nel corso degli anni, anche se più spesso che no, i racconti attorno ai quali ruotano tali canzoni tendono ad essere completamente fittizi. Johnny Cash non ha mai sparato a un uomo a Reno, e gli eventi raccontati in canzoni famose come “El Paso” e “I Shot The Sheriff” non hanno mai avuto luogo. Lo stesso non si può dire, però, di “Stagger Lee” – una canzone che si è un po’ allontanata dai fatti nel corso delle sue molte vite negli ultimi 100 e più anni, ma una canzone ispirata da un vero omicidio che ebbe luogo il 27 dicembre 1895, in una discussione in un bar di St. Louis, Missouri, che coinvolse un uomo chiamato Billy e un altro chiamato “Stag” Lee.
Sotto il titolo “Shot in Curtis’s Place”, la storia che uscì nell’edizione del giorno successivo del St. Louis Daily Globe-Democrat cominciò, “William Lyons, 25, di colore, un manovale… è stato colpito all’addome ieri sera alle 10 nel saloon di Bill Curtis… da Lee Sheldon, anche lui di colore”. Secondo il resoconto del Globe-Democrat, Billy Lyons e “Stag” Lee Sheldon “avevano bevuto ed erano in uno stato d’animo esuberante”, quando una discussione sulla “politica” si scatenò, e Lyons “strappò il cappello di Sheldon dalla sua testa”. Mentre le successive versioni musicali di questa storia descriveranno la disputa come una disputa sul gioco d’azzardo, esse conserveranno il dettaglio chiave del copricapo del “Cervo” Lee Sheldon e della sua risposta di fatto alla perdita del cappello: “Sheldon estrasse il suo revolver e sparò a Lyons nell’addome… Quando la sua vittima cadde a terra Sheldon prese il suo cappello dalla mano dell’uomo ferito e si allontanò con freddezza.”
Nel suo libro del 2003 Stagolee Shot Billy, basato sulla sua precedente tesi di dottorato sull’argomento, lo studioso Cecil Brown racconta la storia di come il vero “Stag” Lee sia diventato una figura iconica del folklore afroamericano e di come la sua storia sia diventata il soggetto di varie rese musicali “dal battello a vapore all’era elettronica del XXI secolo americano.” Le più famose di queste interpretazioni musicali furono “Stack O’ Lee Blues” del 1928 di Mississippi John Hurt e “Stagger Lee” del 1959, un improbabile successo pop numero 1 per Lloyd Price. Versioni della storia sono anche apparse, comunque, in canzoni di artisti come Woody Guthrie, Duke Ellington, Bob Dylan, James Brown, The Clash, i Grateful Dead e Nick Cave.