L’obiettivo primario del trattamento è quello di aiutare il cliente a comprendere e riconcettualizzare il proprio evento traumatico in modo da ridurre i suoi effetti negativi sulla vita attuale. Diminuire l’evitamento del trauma è cruciale per questo, poiché è necessario che il cliente esamini e valuti le sue meta-emozioni e credenze generate dal trauma.

La prima fase consiste nell’educazione riguardante il PTSD, i pensieri e le emozioni. Il terapeuta cerca di sviluppare un rapporto con il cliente e di ottenere la sua cooperazione stabilendo una comprensione comune dei problemi del cliente e delineando la teoria cognitiva dello sviluppo e del mantenimento del PTSD. Il terapeuta chiede al cliente di scrivere una dichiarazione di impatto per stabilire una linea di base attuale della comprensione del cliente del perché l’evento si è verificato e l’impatto che ha avuto sulle sue convinzioni su se stesso, gli altri e il mondo. Questa fase si concentra sull’identificazione dei pensieri automatici e sull’aumento della consapevolezza della relazione tra i pensieri e i sentimenti di una persona. Un focus specifico è insegnare al cliente a identificare le convinzioni disadattive (“punti bloccati”) che interferiscono con il recupero da esperienze traumatiche.

La fase successiva coinvolge l’elaborazione formale del trauma. Il terapeuta chiede al cliente di scrivere un resoconto dettagliato della sua peggiore esperienza traumatica, che poi il cliente legge al terapeuta in seduta. Questo ha lo scopo di rompere il modello di evitamento e permettere l’elaborazione emotiva, con l’obiettivo finale che il cliente chiarisca e modifichi le sue distorsioni cognitive. I clinici spesso usano l’interrogatorio socratico per sollecitare delicatamente il cliente, basandosi sull’idea che l’arrivo del cliente stesso a nuove cognizioni sul suo trauma, in contrasto con l’accettazione indiscussa delle interpretazioni del clinico, che è fondamentale per il recupero. In alternativa, la CPT può essere condotta senza l’uso di resoconti scritti (in una variante conosciuta come CPT-Cognitiva, o CPT-C), che alcuni clinici hanno trovato essere ugualmente efficace e forse più efficiente. Questo metodo alternativo si basa quasi interamente sul dialogo socratico tra il terapeuta e il cliente.

La fase finale del trattamento si concentra sull’aiutare il cliente a rinforzare le abilità che ha imparato nella fase precedente, con l’intento che possa usare queste abilità per identificare, valutare e modificare ulteriormente le sue credenze riguardo ai suoi eventi traumatici. L’intento è quello di permettere ai clienti di uscire dal trattamento con la fiducia e la capacità di usare strategie adattive di coping nella loro vita dopo il trattamento. Questa fase si concentra su cinque aree concettuali che le esperienze traumatiche più frequentemente causano danni: sicurezza, fiducia, potere/controllo, stima e intimità. I clienti si esercitano a riconoscere come le loro esperienze traumatiche hanno portato a credenze troppo generalizzate, così come l’impatto di queste credenze sul funzionamento attuale e sulla qualità della vita.

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