Dopo Meriwether Lewis e William Clark, l’interprete e guida indiana Sacagawea è probabilmente il membro più famoso della spedizione. I suoi contributi furono elogiati dai capitani; William Clark scrisse al marito di Sacagawea, Toussaint Charbonneau, nel 1806: “la nostra donna che vi ha accompagnato in quella lunga, pericolosa e faticosa rotta verso l’Ocian del Pacifico e ritorno meritava per la sua attenzione e i suoi servizi una ricompensa maggiore di quella che avevamo in nostro potere di darle….” All’inizio di agosto, 200 anni fa, il corpo stava ancora cercando la tribù di Sacagawea, gli indiani Shoshone, o Snake, e i cavalli di cui i membri della spedizione avevano così disperatamente bisogno.
Il 1 agosto 1805
Siamo partiti presto in una bella mattinata e abbiamo proseguito fino all’ora di colazione; quando il capitano Lewis, io e i due interpreti siamo andati avanti per cercare alcuni degli indiani Snake.
L’8 agosto
La donna indiana ha riconosciuto il punto di un altopiano alla nostra destra che ci ha informato non essere molto distante dal rifugio estivo della sua nazione su un fiume oltre le montagne che scorre verso ovest…. ci assicura che troveremo la sua gente su questo fiume o sul fiume immediatamente ad ovest della sua sorgente…. Poiché ora per noi è importante incontrare quella gente il più presto possibile, ho deciso di procedere domani con un piccolo gruppo verso la sorgente del torrente principale di questo fiume e di passare le montagne fino al Columbia; e giù per quel fiume finché non avrò trovato gli indiani; in breve, è mia intenzione trovare loro o qualche altro, che abbia dei cavalli, anche se questo dovesse causarmi un viaggio di un mese. perché senza cavalli saremo costretti a lasciare gran parte delle nostre provviste, delle quali, mi sembra, abbiamo già una scorta sufficientemente piccola per la lunghezza del viaggio che ci attende.
L’11 agosto
Dopo aver marciato…per circa cinque miglia ho scoperto un indiano a cavallo a circa due miglia di distanza che scendeva dalla pianura verso di noi….Mi avvicinai a circa 100 passi quando lui si girò all’improvviso, gli diedi la frusta, saltò il torrente e sparì nella boscaglia di salice in un istante e con lui svanirono tutte le mie speranze di ottenere cavalli per il preasent.
Agosto 13
Siamo partiti molto presto….quando fummo così fortunati da incontrare tre donne selvagge…. Li informai con dei segni che desideravo ci conducessero al loro campo e che eravamo ansiosi di conoscere i capi e i guerrieri della loro nazione.
14 agosto
Conclusi di passare questa giornata al campo degli Shoshone e di ottenere tutte le informazioni possibili sul paese…. Il mezzo che avevo per comunicare con questa gente era per mezzo di Drewyer che capiva perfettamente il linguaggio comune della jesticulazione o dei segni che sembra essere universalmente compreso da tutte le nazioni che abbiamo visto fino ad ora…. poi saremmo rimasti qualche tempo tra loro e avremmo scambiato con loro dei cavalli, e infine concertato i nostri piani futuri per raggiungere l’oceano.
Agosto 17
Partendo alle sette, il capitano Clarke con Chaboneau e sua moglie camminarono sulla riva, ma non avevano percorso più di un miglio prima che il capitano Clarke vedesse Sacajawea, che era con suo marito un centinaio di metri più avanti, cominciò a danzare e a mostrare ogni segno della più stravagante gioia, girandosi intorno a lui e indicando diversi indiani, che ora vedeva avanzare a cavallo, succhiandosi contemporaneamente le dita per indicare che erano della sua tribù natale…. Ben presto ci avvicinammo all’accampamento, e proprio mentre ci avvicinavamo una donna si fece strada tra la folla verso Sacajawea, e riconoscendosi, si abbracciarono con il più tenero affetto. L’incontro di queste due giovani donne aveva qualcosa di particolarmente toccante, non solo per il modo ardente in cui i loro sentimenti erano espressi, ma per il reale interesse della loro situazione. Erano state compagne d’infanzia, nella guerra con i Minnetaree erano state entrambe fatte prigioniere nella stessa battaglia, avevano condiviso e addolcito i rigori della loro prigionia, finché una di loro era fuggita dai Minnetaree, con scarsa speranza di vedere mai la sua amica sollevata dalle mani dei suoi nemici…. Sacajawea fu mandata a chiamare; entrò nella tenda, si sedette e stava cominciando a interpretare, quando nella persona di Cameahwait riconobbe suo fratello: saltò immediatamente in piedi, corse ad abbracciarlo, gettandogli addosso la sua coperta e piangendo abbondantemente: anche il capo si commosse, anche se non allo stesso modo. Dopo un po’ di conversazione tra i due, lei riprese il suo posto e cercò di interpretare per noi, ma la sua nuova situazione sembrava sopraffarla, e fu spesso interrotta dalle sue lacrime. Finito il consiglio, la sfortunata donna apprese che tutta la sua famiglia era morta, tranne due fratelli, uno dei quali era assente, e un figlio della sorella maggiore, un piccolo ragazzo, che fu immediatamente adottato da lei.
Sette anni dopo la sua riunione con gli Shoshone, Sacagawea e suo marito si presentarono a Fort Manuel, un posto di commercio vicino all’odierna Bismark, nel Nord Dakota, dove Toussaint aveva trovato lavoro come interprete con la Missouri Fur Company. Il giornalista Henry Brackenridge scrisse che Sacagawea era malata “e desiderava visitare il suo paese natale”. Non ne ebbe mai la possibilità. Il 20 dicembre 1812, John Luttig, l’impiegato capo del forte, scrisse nel suo diario di bordo che Sacagawea “morì di una febbre putrida, era una brava e migliore donna del forte”. Avrebbe avuto circa 25 anni. Ha lasciato due figli biologici: Jean Baptiste di 7 anni e Lisette di 4 mesi.
L’anno seguente Luttig, forse rappresentando William Clark (per il quale aveva lavorato), presentò una petizione al tribunale degli orfani di St. Louis per la tutela di Jean Baptiste e Lisette. (A quel punto, Toussaint era dato per morto, non essendo stato visto per sei mesi). Il nome di Luttig fu infine cancellato dalla petizione e sostituito con quello di Clark, che, come minimo, pagò l’educazione di Baptiste. (Baptiste viaggiò poi in Europa, dove rimase per sei anni. Al ritorno negli Stati Uniti, lavorò come trapper con Jim Bridger e Kit Carson). Il destino di Lisette, e quello del nipote di Sacagawea, è sconosciuto.