La diffusa diversità di opinioni riguardo al timo ingrossato e al suo trattamento ha raggiunto proporzioni serie. Si è accumulata una considerevole quantità di letteratura acrimoniosa che ha teso ad oscurare la vera questione.

E’ evidente che ci sono due distinte scuole di pensiero riguardo a questa condizione. Un gruppo crede che l’allargamento della ghiandola del timo possa causare i sintomi associati alla cosiddetta sindrome timica. L’altra scuola nega che la ghiandola del timo abbia un ruolo nella produzione dei sintomi nei bambini e attribuisce i sintomi ad altre condizioni.

La funzione del timo non è definitivamente conosciuta, ma sembrerebbe essere in qualche modo collegata con le ghiandole sessuali, la tiroide e le surrenali. Tuttavia, non è essenziale per la vita o la salute. Patologicamente non si può tracciare una linea chiara tra l’iperplasia timica e lo stato timico-linfatico come condizioni separate. In letteratura sono stati riportati pochissimi casi necroscopici di timo ingrossato in cui non era presente anche uno stato linfatico associato. Lo status lymphaticus è caratterizzato anatomicamente da una ritardata involuzione o iperplasia del timo, ipertrofia e iperplasia delle ghiandole linfatiche e del tessuto linfoide dei vari organi, sottosviluppo del sistema cromaffine, gonadico e cardiovascolare, e alcune peculiarità della configurazione esterna.

Il meccanismo della produzione dei sintomi dal punto di vista timico non è mai stato dimostrato in modo soddisfacente, ma ci sono alcuni fatti che puntano verso la teoria meccanica. Il timo è confinato in uno spazio molto piccolo e teoricamente potrebbe causare la compressione della trachea piuttosto facilmente. La compressione della trachea è stata riportata dall’esame broncoscopico, dai roentgenogrammi laterali del torace e sul tavolo della necroscopia. Questa teoria è anche supportata dal rapido sollievo dei sintomi in alcuni casi dopo la radioterapia.

Se, tuttavia, si assume che l’allargamento del timo è una parte dello status linfatico generale, un certo numero di altre possibilità per la causa della cosiddetta morte timica sono aperte alla considerazione. In primo luogo, può essere un risultato del difetto costituzionale mostrato dall’aumento del tono vagale, dalla carenza del sistema cromaffine e dalla debolezza del sistema simpatico. Secondo, può essere il risultato di un’ipersuscettibilità agli agenti fisici e chimici. In terzo luogo, può essere il risultato di un’anafilassi. In quarto luogo, può essere dovuto a una secrezione timica anormale di linfotossemia. Recentemente sono state riportate serie di casi da Symmers, Zeek e Anderson e Cameron in cui la morte è stata causata dalla rottura dei vasi cerebrali ipoplasici, con conseguente emorragia. Questo può suggerire un quinto postulato. Secondo Symmers, “I vasi cerebrali, in particolare le arterie del circolo di Willis e i suoi rami, sono spesso di piccolo calibro ed estremamente sottili e delicati. Nel lordo sono collassati e traslucidi”.

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